domenica 1 febbraio 2009

"Elefantentreffen per sbaglio" Pelle pensiero !

Tre giorni trascorsi più sul proprio culo che sulle gambe. Una prova di resistenza, per la mia “Scout”, l'equipaggiamento e soprattutto per me.

La Bonnie si è comportata egregiamente; solo un paio di piccoli nei, frutto di soluzioni adottate come ripiego per via dell' impossibilità di procurarmi il materiale per la messa a punto in tempo utile. L' ho provata la prima volta due giorni precedenti la partenza, accorgendomi che un paraolio doveva essere sostituito ma non disponendone ho lasciato che qualche trafilaggio la rendesse più simile alle Triumph d'epoca. Per la carburazione ho montato getti più grossi a compensazione dello smagrimento che il freddo avrebbe determinato. I getti che avevo a disposizione erano però un po' troppo grossi, causando consumi eccessivi, ma poco ha importato, come ben noto, per l'affidabilità meglio miscela grassa che magra! Per il resto la Bonnie Scout si è guadagnata tutta la benzina in più che ha chiesto. Stabile e veloce in autostrada. Versatile fino a fungere da trattore per il trasporto delle balle di fieno reperite al paese più vicino. Capace di scendere ai bordi della fossa e di farsi notare, conformandosi ai tanti mezzi improbabili presenti sul campo. Insomma si è meritata pienamente due pacche sul serbatoio di McQueeniana memoria !
L'equipaggiamento più degno di nota si è rivelato lo “scaldino chimico”. Sia le solette interne agli stivali che i sacchettini da mettersi dentro i guanti: sono stati provvidenziali per mantenere le estremità del corpo a temperatura sopportabile. Nei tratti in cui mani e piedi si raffreddavano l'affaticamento si moltiplicava per dieci. Questi piccoli dispositivi non dovrebbero mancare nella dotazione dei run invernali! Per il resto un normale abbigliamento tecnico e un pail in più su tronco e gambe sono sufficienti a mantenere il corpo al caldo. Un completo anti acqua di buona qualità integra la copertura se il freddo riesce a passare e ovviamente in caso di pioggia/neve.
Per quanto mi riguarda c'e l'ho fatta e tanto mi basta . All'andata spinto dall'entusiasmo e grazie alla suddivisione del percorso in due tappe da un giorno ciascuna è sembrato più facile di quanto avessi immaginato, aiutati anche da qualche cenno di sole.
Il ritorno è stato più sofferto! Non per i mille km percorsi dal mattino a notte fonda, che si sommavano uno dopo l'altro ai mille dell'andata. Non per la notte precedente passata con la tenda montata su una scomoda pendenza come se non bastassero il freddo e l'umido, (peggio è andata ai miei compagni che hanno sopportato anche il russare di chi scrive)! Non per aver fatto da spartitraffico dividendo, con il mio incedere deciso ma teso, le auto incolonnate in autostrada così come Mosè divise le acque del Mar Rosso. Ciò che più mi ha provato è stato vedere che sl4sh e Kappa non erano provati quanto mè! Patetico il darmene giustificazione pensando che il più vecchio di loro è di otto anni più giovane di me.
Bello il viaggio, bella l'avventura e il contesto di un insolito moto-turismo invernale. Suggestivo l'incontro,lungo il percorso, di tanti motociclisti e il sapere essere tutti spinti dagli stessi motivi verso una meta comune. Bella e educativa la condivisione di momenti, anche di intima difficoltà e debolezza con i compagni di avventura.
Una bestialità l' evento!! Cattiva l' organizzazione, squallida la location, ma più che altro amara la constatazione che l'unico divertimento dell' avvenimento fosse sconvolgersi all'inverosimile di alcool e altro, tanto da ritrovarsi a pisciare sulle tende altrui piuttosto che riversi dentro pozzanghere del prorio vomito.
Potevo dirlo in modo più morbido ma questo è il succo della mia elefantentreffen opinione.
Tuttavia, poiché mi piace trarre insegnamenti positivi da ogni esperienza, non mi pento di questa. Mi ha fatto capire quanto possa essere nuovo e affascinante il turismo in moto durante la stagione fredda. Maggiori le difficoltà maggiore il senso di avventura e del compimento di un'impresa per pochi. Paesaggi invernali magari conosciuti, ma mai visti dall'angolazione nuovissima della propria sella. L'anno prossimo non rifaro 2000 km in tre giorni per l'elefanten, nel raggio di 1000 km ci sono infiniti posti da scoprire nuovamente!

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